L’Ipertensione oculare è una situazione caratterizzata da valori pressori oculari superiori ai normali livelli: Quando la pressione oculare è costantemente pari a 21 mmHg o superiore, l’occhio è considerato iperteso.
Nell’ipertensione oculare non si evincono segni di danno al nervo ottico e dall’analisi del campo visivo, non ci sono segni di glaucoma. I pazienti con ipertensione oculare, necessitano di essere costantemente e attentamente monitorati per la possibile insorgenza di glaucoma.
Il glaucoma è una patologia cronica che colpisce il nervo ottico generalmente correlata ad una elevata pressione intraoculare. Questa patologia provoca un danneggiamento delle fibre nervose e di conseguenza un danno al campo visivo. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), 55 milioni di persone nel mondo sono affette da questa patologia che rappresenta la seconda causa di cecità irreversibile a livello mondiale. Più del 50% degli individui affetti da glaucoma non ne è a conoscenza; a causa dell’assenza di sintomi della patologia ci si accorge della progressione di malattia solo quando le alterazioni del campo visivo sono avanzate, ecco perché viene definito il ladro silenzioso della vista. Il glaucoma va diagnosticato tempestivamente: visite di controllo, il corretto trattamento e l’aderenza alla terapia sono tutti fattori indispensabili per contrastare l’evoluzione della malattia verso la cecità.
I fattori che possono portare all’insorgenza di questa patologia sono diversi:
• pressione intraoculare (PIO) elevata
• età avanzata
• familiarità
All’interno dell’occhio è presente un liquido (umor acqueo) prodotto e riassorbito continuamente. In un occhio sano, produzione e eliminazione dell’umor acqueo sono in equilibrio, in modo che la PIO (pressione intraoculare) possa essere costante (11>PIO<20 mmHg). Rompendosi questo equilibrio e venendo a mancare il corretto deflusso di questo liquido a livello del trabecolato (parte che permette la fuoriuscita dell’umor acqueo), si genera un aumento della pressione intraoculare (PIO) che se persiste, può andare a danneggiare la testa del nervo ottico (posizionato nella zona centrale della retina).
Gli oggetti che noi vediamo e tutto ciò che li circondano, è un’area che chiamiamo campo visivo. Questa immagine viene trasmessa dalla retina al cervello grazie al nervo ottico e le sue fibre nervose. La traduzione di questi segnali elettrici che arrivano dalle numerose fibre, permettono la visione dell’immagine. L’aumento della pressione intraoculare, può causare un danno irreversibile alle fibre nervose, inizialmente nella parte periferica del campo visivo riducendo in questo modo la visione periferica laterale. Con la progressione della patologia, vengono danneggiate le fibre nervose nella zona della retina che permettono la visione degli oggetti da vicino, fino ad una riduzione completa dell’acuità visiva e cecità. Il glaucoma può essere classificato in base all’eziologia (cause) in glaucoma primario, quando insorge in assenza di altre patologie oculari o sistemiche o glaucoma secondario quando in alcune patologie (es.diabete, trombosi retiniche, l’uso di alcuni farmaci, emorragie, tumori e stati infiammatori) può venir compromesso il deflusso dell’umor acqueo. In base alle alterazioni del deflusso dell’umor acqueo, possiamo distinguere:
Glaucoma cronico ad angolo aperto: questa è la forma di glaucoma più frequente che si verifica a seguito di un mancato deflusso dell’umor acqueo attraverso il trabecolato sclerocorneale. La progressione è lenta e generalmente non si avvisano sintomi, pertanto ci si può accorgere di soffrire di questa patologia quando c’è già un danno avanzato al nervo ottico. E’ necessario sottoporsi a visite oculistiche di controllo.
Glaucoma acuto ad angolo chiuso: in questa tipologia di glaucoma, l’iride può occludere improvvisamente il deflusso (occlusione dell’angolo irido-corneale), causando un rapido aumento della pressione intraoculare nel caso della forma detta ad “angolo stretto”. Questa forma colpisce circa il 10% dei glaucomatosi, nel 70% dei casi di sesso femminile. Questo aumento improvviso della PIO provoca un attacco acuto di glaucoma che può causare rapidamente cecità. I sintomi sono offuscamento della vista, comparsa di aloni nella visione delle luci, forte dolore agli occhi, nausea e vomito.
In base al valore del principale fattore di rischio, la pressione intraoculare, il glaucoma puo’ essere distinto in glaucoma ad alta pressione o a pressione normale. Inoltre possiamo avere il glaucoma congenito, in cui il drenaggio dell’umor acqueo ha un malfunzionamento sin dalla nascita. Per questo motivo si verifica un aumento di pressione intraoculare. Il bambino presenta fastidio alla luce (fotofobia) e lacrimazione eccessiva. L’aumento pressorio può causare un aumento delle dimensioni dell’occhio (nei piccoli le pareti oculari sono meno resistenti) e la cornea può divenire opaca. Questo tipo di glaucoma è però raro. I fattori che predispongono al glaucoma sono, tra l’altro, la riduzione della profondità della camera anteriore (ridotto spazio compreso tra cornea e iride), che si può avere nel caso di ipermetropia elevata, ma anche la cataratta totale (detta “matura intumescente”: il cristallino perde completamente la sua trasparenza ed elasticità fino a sembrare un piccolo sasso bianco).
Non ci sono sintomi iniziali percepibili dell’aumento della PIO e di conseguenza che facciano percepire il grave danno alla vista. Il primo sintomo è il restringimento del campo visivo laterale, quando si è già avuto danno alle fibre nervose. E’ opportuno fare visite dal proprio oculista per diagnosticare precocemente la patologia. L’oculista controllerà i vari parametri come la pressione intraoculare (PIO) con tonometro, l’aspetto del nervo ottico attraverso l’oftalmoscopia l’esame del campo visivo, la pachimetria che valuta lo spessore corneale o potrà ricorrere a nuove metodologie diagnostiche di imaging ad oggi a disposizione.
Il glaucoma può essere trattato con terapia farmacologica o in casi specifici occorre ricorrere alla chirurgia. Il trattamento farmacologico avviene attraverso l’utilizzo di colliri o farmaci sistemici: Il trattamento farmacologico rappresenta la prima scelta e utilizza farmaci antiglaucomatosi che hanno come obiettivo la riduzione della pressione intraoculare. Il trattamento è una terapia cronica, per essere efficace, i farmaci devono essere assunti con regolarità e costanza. Il giusto trattamento deve essere prescritto da un medico oculista e la piena adesione terapeutica del paziente risulta fondamentale. I pazienti affetti da glaucoma devono sottoporsi a controlli periodici, infatti la malattia può peggiorare ed è opportuno in questo caso, modificare la terapia. In altri casi è necessario intervenire attraverso laser o chirurgicamente: l’intervento maggiormente effettuato si chiama trabeculectomia, che prevede la creazione di un canale artificiale che serve a far defluire l’umor acqueo.