La malattia dell’occhio secco è una patologia multifattoriale che interessa la superficie oculare caratterizzata da una perdita dei meccanismi di autoregolazione (omeostasi) del film lacrimale.
La malattia dell’occhio è legata ad una riduzione del volume delle lacrime, a causa di una loro scarsa produzione e anche da un’eccessiva evaporazione dovuta ad un’alterata composizione lacrimale che risulta inadeguata a proteggere la superficie oculare.
Il risultato è che la superficie dell’occhio non è sufficientemente idratata e lubrificata portando ad irritazione cronica. Nel tempo, se non trattata, la situazione può complicarsi e peggiorare portando ad irritazioni crescenti e fastidiose. In alcuni casi può sopraggiungere lacrimazione eccessiva che però non migliora la situazione perché la composizione lacrimale è alterata mancando le componenti essenziali del film lacrimale.
Le lacrime sono prodotte dalle ghiandole lacrimali. Queste ghiandole si trovano nella regione orbito-palpebrale e si compongono in ghiandola lacrimale superiore, più grande e più compatta e in ghiandola lacrimale inferiore, situata al di sotto della principale. Le lacrime sono composte da diverse sostanze, oltre ad acqua e sale, sono presenti proteine e lipidi (grassi). La componente lipidica è prodotta principalmente dalle ghiandole di Meibomio, piccole ghiandole sebacee non associate ai follicoli piliferi poste sul bordo palpebrale. Queste ghiandole sono disposte parallelamente le une alle altre e sono in maniera approssimativa 30-40 per la palpebra superiore e 20-30 per la palpebra inferiore.
L’ammiccamento regolare, ovvero l’apertura e chiusura delle palpebre, aiuta a mescolare i diversi componenti e le diverse sostanze garantendo la formazione del film lacrimale.
Il film lacrimale è una pellicola fluida, trasparente che ricopre la superficie anteriore dell’occhio e svolge diverse importanti funzioni: lubrifica la superficie dell’occhio permettendo lo scorrimento delle palpebre, allontana e rimuove detriti cellulari e corpi estranei, contiene sostanze antibatteriche, rappresenta la primaria risorsa di ossigeno per la cornea e la mantiene idratata e fornisce una superficie rifrattiva ottimale.
Il film lacrimale è costituito dallo strato lipidico, importante perché protegge ed impedisce l’evaporazione del sottostante strato che compone il film lacrimale, lo strato acquoso. Lo strato acquoso contiene diverse sostanze tra cui quelle con attività antibatterica. Lo strato più interno del film lacrimale è lo strato mucoso, è posto tra lo stato acquoso e le cellule della superficie oculare.
Le cause che portano all’insorgenza della malattia dell’occhio secco sono diverse.
L’età è il maggior fattore di rischio, con prevalenza maggiore nelle donne. Altri fattori sono la presenza di patologie oculari come la congiuntivite, blefarite, disfunzione a carico delle ghiandole di Meibomio, malattie dermatologiche, alcune malattie autoimmuni come la sindrome di Sjögren (patologia autoimmune che coinvolge le ghiandole esocrine), l'artrite reumatoide e anche il diabete. L’assunzione di farmaci a somministrazione cronica, come ad esempio trattamenti ormonali, antidepressivi, betabloccanti o l’utilizzo di antistaminici, può indurre la malattia dell’occhio secco.
Anche diversi fattori esterni, possono indurre infiammazione dell'occhio e portare all'occhio secco: diversi studi hanno dimostrato che le persone che vivono in aree urbane inquinate, hanno un rischio maggiore di secchezza oculare. L’uso prolungato di lenti a contatto e la manutenzione inadeguata, il trucco, l’utilizzo di colliri contenenti conservanti, sono fattori che possono favorire l’insorgenza della malattia dell’occhio secco. Lavorare per lunghi periodi di tempo su schermi che diminuiscono l’ammiccamento (apertura e chiusura delle palpebre) o in ambienti scarsamente areati, con aria secca, o aria condizionata o ventosi, possono provocare l’insorgenza di secchezza oculare.
Gli interventi chirurgici agli occhi o alle palpebre, sono fattori che possono indurre infiammazione dell'occhio e portare all'occhio secco.
In un caso o nell’altro ciascuno dei fattori sopra elencati tendono a cronicizzare/riacutizzare la malattia che quindi va trattata nel tempo e non per poche settimane.
I sintomi della secchezza oculare possono essere diversi, non sono specifici e possono anche essere riscontrati durante le allergie o le infezioni oculari.
In caso di sintomi di secchezza oculare, è essenziale consultare un oculista per una corretta diagnosi della malattia dell’occhio secco. L’oculista grazie a test specifici valuterà la quantità e la qualità delle lacrime prescrivendo il trattamento più idoneo.
Il trattamento per la secchezza oculare è un trattamento cronico e si basa sul mantenere una corretta igiene delle palpebre e sull’utilizzo di colliri per lubrificare, idratare e proteggere la superficie oculare. Sono oggi disponibili nuovi prodotti efficaci, che combinano l’azione dell’acido ialuronico, con l’azione del trealosio, una molecola naturale con proprietà antiossidanti, idratanti e protettive per la superficie oculare. Alcuni studi hanno dimostrato che il trealosio protegge anche dai danni indotti dai raggi UVB. Inoltre, il trealosio, noto fin dal XIX secolo, è presente in alcune piante delle zone desertiche e consente loro di resistere a lunghi periodi di siccità. Se si utilizzano colliri per altre patologie oculari, il medico si assicurerà che non contengano prodotti come i conservanti che possano peggiorare la condizione di occhio secco.